Figli delle Onde

Pubblicato il: 07 May 2025


L’oceano ha memoria, c'è chi non ci crede,
ma sotto la superficie c'è chi non vede.
Prova ad annegarmi, poi gioca e mi lascia a galla,
sono un’onda che s'infrange, una stella morta che brilla.
Dicono “il tempo sistema le cose”,
ma io vedo i ricordi come in overdose.
Grandi stanze bianche, lenzuola piegate,
urla che vibrano in notti malate.
Pastiglie sui palmi, respiro spezzato,
cerotti sul cuore, dolore ingoiato.
Mi davano cure, parole già pronte,
ma il mondo là fuori è dietro le porte.
Cerchiamo rifugio nell'acqua che scorre,
ma l'uomo ha contaminato tutte le sue forme.
Letti disfatti, sogni sbagliati,
ragazzi fantasma nei corridoi vuoti.
Chissà se è il vento che li ha portati via,
chissà se sono andati seguendo una scia.
Non sono gentile, non sono costante,
sono una freccia nel vento tagliente,
cambio colore, muto la pelle,
non sono niente tranne che ribelle.
Siamo i figli delle onde, figli di qualcosa
di non definito, neanche in prosa,
sappiamo sparire, sappiamo tornare,
siamo tempeste pronte a fulminare.
Ho scritto il mio nome sopra la sabbia,
ma l’acqua lo ruba, non lascia una traccia.
La vita è una gara che corro sempre a stento,
sempre incatenati a palle di cemento.
Ho visto corpi pieni di freddo,
sguardi bruciati che il tempo ha disperso,
sorrido di rado ma almeno ci provo,
non sono finto come invece sono loro.
Mi dicono “dormi”, ma ho incubi in testa,
ho un cuore che scalcia che batte che pesta,
un cuore che nuota contro la corrente
ma dico, nessuno ci capisce niente?
Per rivedere ciò che c'era fuori
ho conservato i miei occhi migliori
ma il cielo si piega, la terra si spezza,
la realtà mi sfugge, mi schiaccia, mi ammazza.
E cerco il mare tra vene e paure,
tra sogni sbagliati e promesse insicure;
io sto morendo, nessuno lo sente?
Starò sibilando come un serpente?
Io sono un gufo, uno squalo, ma giuro
becco, mordo, ma ve lo assicuro,
tutto è rovinato, persino la costa
e la colpa è soltanto vostra.
L'uomo si crede il padrone del mondo intero,
si alza in piedi, senza cuore sincero.
Sfrutta ogni angolo, usa e distrugge,
mentre la Terra si sfalda e non regge.
Pensate di aver conquistato ogni luogo,
ma non vedete il vuoto che lasciate nel suolo?
Vi chiamate padroni, sovrani dell'universo,
ma non sapete che il vostro regno è quasi perso.
Quando la neve non scenderà più dal cielo,
e il caldo renderà l'aria irrespirabile,
vedrete il mondo soffuso sotto un velo
di cenere e fuoco, inarrestabile.
Sarà troppo tardi per piangere o chiedere scusa,
perché tutto ciò che sarà perso non tornerà più, neanche cantando un'ode ad una musa,
neanche unendo le forze delle vostre tribù.
Ricorderete allora che i figli delle onde vi avevano avvertito,
ma voi vi eravate girati, ignorando il grido.
Vi troverete soli, immersi nel buio, a pregare un qualsiasi dio
nel tempo che vi resta prima che la vostra stella vi dica addio.
E noi torneremo all'oceano, dove non ci sarà lotta,
la nostra fine sarà la vostra ultima svolta.
Moriremo con le onde, per le onde, senza paura,
perché sapevamo dall'inizio che la vostra era solo un'illusione di misura.