Il colore Del Sangue

Domani le luci dei lampioni di Milano
non ricorderanno il colore del sangue.
Domani le luci dei lampioni di Como
non ricorderanno il colore del sangue.
Domani i fanali delle auto
non ricorderanno il colore del sangue.

Io penso che gli antichi avessero ragione,
che la loro poesia fosse vera,
non sentimentale, non come noi.
Forse avrei fatto il filosofo,
aperto una scuola,
e non avrei creduto negli dèi,
avrei cercato prove contrarie.
Ma siamo qui, oggi,
e ho trovato questa bambina per strada.

Lei nega di sapere,
o forse no,
ma lo conosce
e questo lo so.

Non come le luci dei lampioni
che non possono vedere.
Lo so o lo immagino?
È solo un sentimento?
Non è neanche una bambina,
ch’avrà diciott’anni.
Ma io dove sto correndo?
Sto andando addosso a uno specchio.
Dannato me,
che conosco il dolore del tempo.

Io non penso che dall’inizio
dovessimo sapere il colore delle ossa,
della pelle o del sangue.
O forse sì,
così non saremmo stati razzisti del cazzo.

Dicevano a Roma: Memento mori,
ricordati che devi morire.
E io me lo sono ricordato,
me lo sono ricordato spesso.
Albert Camus diceva:
“Le grandi idee arrivano nel mondo
con la dolcezza delle colombe.”
Io non sono d'accordo,
perché le lamette non sono dolci.

Fanculo tutto.
Forse è bella la vita,
è bello ridere,
ed è bello pure morire.
A me piace scrivere,
cantare, disegnare.
La bambina sono io, siete voi, sono loro.
E non c'è nulla di cui vergognarsi.

Eppure una cosa non mi lascia:
il volermi sentir dire da me stesso
“Bravo, ce l’hai fatta. Adesso è abbastanza.”

Le strade di Milano sono cosparse di sangue,
e i lampioni lo vedono, e fa piangere.
Le strade di Como brillano di un rosso acceso,
per tutti quelli che hanno camminato portando un peso.
Nessuno lo vede, soltanto loro.
Le strade, le braccia,
le gambe, uno sguardo al volo.
Le strade di tutte le città,
adesso e per sempre, conoscono
il colore del sangue.
Le strade di tutte le città hanno sempre saputo
l’odore del sangue.
Gli abitanti del mondo
assaporano ogni giorno
il gusto del sangue.