Testimonianza di Xerio Disamistade – Tribunale penale

Da: |semplicemente|

Mi chiamo Xerio Disamistade, ho 26 anni.
Non sono né parente, né parlatore ufficiale,
ma conosco Glauco. Viviamo nella stessa conchiglia.
Sento le sue sensazioni fisiche e so che è un ragazzo di 14 anni
che ha imparato la paura prima dell’amore.
E allora parlo.
E non abbasso la voce.
MDA.
Un nome da vigliacco travestito da uomo.
Un nome da predatore in giacca pulita.
Un nome da serpente che si finge santo
e striscia tra i corridoi con i denti nascosti.
Glauco ha la voce ancora acerba,
le ginocchia sporche di terra,
gli occhi grandi di chi gioca a troppi videogiochi
e di chi ha già fatto a botte con la vita.
E tu?
Tu ne hai 42, MDA. Quarantadue.
E ti sei scagliato su un bambino
come un codardo.
Un ladro d'infanzie.
Uno che colpisce dove nessuno guarda.
Ma ora guardiamo.
Ora ti guardiamo.
MDA.
Un nome da carcere e silenzio.
Un nome da urlo represso.
Un nome da inchiostro nei fascicoli più neri.
Io metto la mia voce accanto a quella di Glauco.
E se lui è stato costretto a ingoiare il buio,
ora siamo in trentuno a sputarlo fuori.
Ed in più lo sapranno.
Sentiranno.
La rabbia e la giustizia.
La memoria e la voce alta.
Con nomi, cognomi, anni e fatti.
MDA.
Un nome da vergogna eterna.
Un nome da giudizio senza pace.
Un nome da macchia indelebile sulla pelle dell’umanità.
Io ho 26 anni, Glauco ne ha 14.
Tu ne hai 42, Marco.
Ma sei tu il più piccolo,
il più vile,
il più vuoto.
E te lo giuro davanti a questo tribunale:
non lo lasciamo solo, noi.
Non oggi.
Non mai.